Gli eccessi di Madrid: perdono tutti. Lo Sport è un’altra cosa…

A volte basterebbe far passare la notte o anche solo poche ore per lasciar spazio a esternazioni, pensieri burrascosi e invettive contro umanità e cultura sportive. Il dopo partita di Madrid, al fischio finale dei quarti di Champions ha dato adito alle manifestazioni più crude e interpretazioni diverse, spesso naturalmente faziose e istintive. Da entrambe le sponde, sia chiaro: moviolisti, opinionisti schierati, osservatori a predicare il proprio disappunto, sdegno profondo, viscerale da una parte, contrapposto al senso di giustizia e vendetta finalmente compiuta dall’altra. Difficile ancora oggi dire quale dovesse essere la decisone del malcapitato Direttore di gara (l’aggettivo è stato prescelto per i pochi secondi mancanti ai supplementari, in cui Benatia e Soci hanno messo Michael Oliver di fronte ad un dilemma crudele). Rimane un rigore, episodio dubbio. La dinamica poteva, può ancora, giustificare la massima punizione. Non è altresì’ insindacabile la punizione con cui il portierone bianconero viene allontanato da un cartellino rosso impietoso, al limite della irriverenza. Ma Gigi Buffon si è spinto, ahimè oltre: le parole, l’atteggiamento, la spocchia con cui a telecamere puntate, microfoni attenti e taccuini sventagliati, condanna al patibolo il comportamento arbitrale non rende onore alla figura e alla carriera di chi le ha pronunciate. Purtroppo i precedenti non possono rendere credibile tale foga e partecipazione emotiva in alcune circostanze. I torti o errori arbitrali veri o presunti hanno coinvolto sia Società blasonate che minori: non basterebbero pagine e righe interminabili per elencarli, ma non per questo vanno supportati o alimentati piagnistei o crociate a cui abbiamo assistito negli anni di fronte a simili episodi. Quei fermo immagini rimarranno indelebili nella storia delle due Società e dell’intero calcio. Purtroppo, perché lo sport è altra cosa…

Foto interfans.org

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