MILAN, la ricetta per guarire e’ nella testa di GATTUSO. L’EUROPA e’ casa tua. In estate però…

In attesa delle due ultime partite che il calendario ha così spietatamente confezionato per i rossoneri, inevitabili sono fioccate le analisi che non solo l’esito infausto della finale Tim Cup di Roma ha reso manifeste e crude. Un Milan preso in corsa dal suo condottiero, Rino Gattuso, capace in allenamento, partita, davanti ai microfoni, dimregalare prove di abnegazione, passione, sconforto o esaltazione, tutte vissute con una capacità comunicativa che nel nostro campionato ha pochi eguali. Rino ha dichiarato che la sconfitta maturata con la Juventus non ha le sue uniche radici nel teatrino degli orrori messo in scena dalla sfortunata (vogliamo pensarla così, ma ci crediamo tutti?) recita del suo ragazzo d’oro, dalle spalle rivestite da quell’enorme, greve, numero novantanove. La formazione rossonera, che comunque con il tecnico di Corigliano ha finora disputato un torneo dignitoso, sconta la rincorsa esaltata dalle prestazioni vincenti contro le più attrezzate avversarie in campionato (solo i bianconeri li avevano sconfitti), ma ridimensionata dalle varie Torino, Sassuolo, e Benevento. Un Milan che disputasse un girone di ritorno con l’acceleratore premuto, andasse fino in fondo in Europa League e che strappasse la vittoria della Coppa Italia ai pluridecorati bianconeri, francamente non poteva che essere solo nelle menti dei sognatori più incalliti. Attenzione , ci riferiamo ad un Milan così poco incline,nel suo giovane organico, a sfide pugnaci e in cui le migliori doti tecniche dei suoi interpreti , non quelle agonistiche, potessero risolvere situazioni che altre squadre (tutte, ma proprio tutte quelle che precedono i rossoneri) forse patiscono, ma che oltrepassano, grazie a rose esperte e una qualità senz’altro superiore. Gattuso non si è nascosto: questa squadra va appesantita dal nerbo e dalla sfrontatezza realizzativa che quei tre, quattro (sarebbe più auspicabile) innesti di valore potranno trasferire ad un gruppo che dimostra unione e spirito critico, ma che a Roma ha evidenziato difetti di personalità e cali di tensione che una squadra con ben altre mire non dovrà accusare in futuro. I trentamila supporters sbarcati a Roma, quelli che accompagneranno i rossoneri a Bergamo, li accoglieranno a San Siro con la Fiorentina e la tifoseria sparsa nel mondo rossonero meritano di continuare a vivere il desiderio presente: tornare a casa, per sedersi nel salotto di pregio, in Europa.

Foto Efe.com

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