La RUSSIA ai QUARTI e la SPAGNA a casa. La classe operaia in paradiso.

Mosca – Stadio Lužniki : la storia per 144 milioni di russi si scrive qui. Quella storia  scritta da divise e popoli  che in un pallone che rotola trova più aggregazione di quanto si possa immaginare. La Russia sta vivendo la sua primavera e forse proprio grazie a un pallone che scivola via sui nuovi prati verdi milionari russi. Stanislav Čerčesov  il selezionatore della lontana Ossezia che è riuscito a plasmare una vera nazionale con una identità precisa. Saranno contenti in Federazione dopo aver riempito d’oro Fabio Capello per non aver risultati. Il 3-4-2-1 del tecnico di Alagir è ormai credo nazionale. Dall’altra parte il mitico Fernando Hierro che arriva decisamente non dalla lontana e tosta Ossezia ma da Vélez-Málaga ha un’altra visione di vita e di calcio. Il suo 4-2-3-1 ha in Diego Costa la perla più rara. Pronti via con l’esperto arbitro olandese Kuipers a fischiare. La Spagna di rosso vestita parte forte e dopo 11’ Intervento in ritardo di Yuri Zhirkov ai danni di Nacho: calcio di punizione dalla destra per la Spagna. Pallone in area e Sergio Ramos si avventa sul pallone beffando Ignashevich e costringendolo all’autorete. Ramos esulta come se fosse suo, ma così non è. Iberici in vantaggio ma per il difensore ancora zero reti in nazionale. La Russia del sergente Čerčesov ha il merito di non abbassare il suo gioco ed arrendersi ma di ripartire. Al 35’ Golovin con una grande conclusione a giro sfiora il goal che arriva di lì a poco. Cinque minuti appena e Dzjuba colpisce di testa ma Piqué salta con il braccio alto e Kuipers dà rigore e ammonisce il bello spagnolo. È una liberazione e dal dischetto ci vuole tutto il sangue freddo del ragazzo di Mosca Artëm Dzjuba che spiazza De Gea e scrive sì un’altra pagina di storia. Il popolo russo è in festa e si va al riposo. Nella ripresa Čerčesov  manda in campo Granat e toglie Zhirkov con le furie rosse che se vorranno passare il turno dovranno fare molto di più. Ancora cambi e freschezza per i russi di bianco vestiti con Cheryshev e Smolov per Samedov e Dzjuba. Hierro come in partita a scacchi durante la Guerra Fredda fa entrare Iniesta per David Silva e Carvajal per Nacho. Il tiki taka spagnolo innervosisce i 78 mila spettatori del Lužniki ma non sortisce effetti. A dieci dalla fine dentro il veloce Aspas per Diego Costa. A cinque dalla fine le Furie Rosse hanno il match ball sul piede di Iniesta ma Igor Akinfeev da Vidnoe respinge prima la bomba del metronomo Andreas e poi ancora su Iago Aspas. Putin oggi assente dovrà elargire paracchie medaglie e onori. Non c’è più tempo e si va ai supplementari. Nel primo arriva la quarta sostituzione per entrambe con Kuzyaev che lascia il posto a Erokhin e Rodrigo Moreno per Asensio che con un una serpentina ubriaca i russi e scaglia in porta ma Akinfeev è attento. Arriva la pioggia e si va ai rigori. Parte Iniesta e segna e Smolov lo emula. Si resta in parità. Piqué segna spiazzando Akinfeev e Ignashevich pure. Koke per le Furie Rosse ma Akinfeev para e Golovin segna. Russia in vantaggio. Verrebbe da scrivere clamoroso al Lužniki. Per Sergio Ramos il pallone è pesantissimo ma realizza. Cheryshev riporta in vantaggio i russi e l’ultima speranza spagnola è Aspas che però tira centrale e Akinfeev con il piede sinistro ribatte. Adesso è clamoroso sì. La Russia va ai Quarti e la Spagna a casa. Putin oggi assente s’è perso una pagina di storia che rimarrà per sempre. La Spagna dopo l’Argentina ed il Portogallo va a casa. La classe operaia in paradiso.

scritto da Giandomenico Sica

Fonte foto: Premium sport

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