Maurizio GANZ: “La festa dei 50 anni della CURVA SUD ci ha commossi. HIGUAIN riceve pochi palloni…ICARDI? Fenomenale negli ultimi 16 metri. Quando lasciai la PRO VERCELLI…”.

Durante la puntata di CARTA CANTA, in onda come ogni lunedì pomeridiano a Ballando a Web Radio, la Redazione ha raggiunto al telefono a Maurizio Ganz l’ex giocatore di Inter, Milan e non solo, ora allenatore.
Con lui abbiamo ricordato la Festa dei 50 anni della Curva Sud rossonera, della coppia Higuain/Cutrone, di Icardi e della carriera chiusa  con la maglia della Pro Vercelli.

Durante la celebrazione dei 50 anni sella tifoseria storica del Milan abbiamo osservato la grande emozione degli ex giocatori, personaggi dello sport e dello spettacolo legati al mondo Milan saliti sul palco. Cosa hai provato, Maurizio?

“Sono contento di aver partecipato nonostante una giornata freddissima ma calorosa nell’accoglienza. Personalmente ho vissuto un Milan in un periodo di transizione, culminato con la vittoria dello scudetto nella stagione ’98/’99, con una tifoseria che ci è sempre stata vicina grazie agli sforzi di questi ragazzi della Curva. Un’emozione anche per me, nato nel ’68 e quindi a maggior ragione coinvolto. Vedere tanti ex giocatori presenti , da Baresi a Massaro, Tassotti o allo stesso Mark Hateley, che da tanto non vedevo, è stato coinvolgente. Devo dire che anche la Curva in questi anni ha potuto festeggiare tanti trofei. Parlando di Mark, mi viene da dire che la fortuna degli attaccanti è quella di poter essere ricordati per i goal, come quello che lui fece di testa in quel famoso derby nel duello con Collovati”.

Parlando  di attaccanti, cosa sta succedendo a Higuain, criticato ora per i suoi 50 giorni di astinenza dal goal?

“Io amo le statistiche e se analizzo i dati relativi alle presenze e goal realizzati da Gonzalo, con le maglie di Napoli e Juve siamo di fronte ad un attaccante vero. Certo non segna da qualche partita ed è pure stato fuori per squalifica, am non stiamo parlando di un giocatore che riceve sei o sette palle goal a gara e che non le realizza…Forse a Cutrone viene perdonato più di quanto invece viene imputato a Higuain”.

Come si esce da un momento psicologico delicato come l’eliminazione da questa Europa League? Gattuso si assume forse troppe responsabilità?

“Si esce solo con le vittorie, il raggiungimento o meno del quarto posto alla fine della stagione sarà determinante per i giudizi. Chissà che possa essere meglio così, per puntare al campionato e non disperdere energie fisiche e mentali in una competizione che è importante solo se la vinci”.

Parlando di attaccanti, tu insegni che fondamentale è il primo controllo del pallone con cui ci si crea lo spazio per concludere. In questo, Cutrone che è abile a farsi trovare, spesso difetta invece  nella costruzione dell’azione. Cosa può farlo migliorare?

“Ti faccio un paragone con Pippo Inzaghi, che era un finalizzatore formidabile, lanciato in verticale, mentre faticava in fase di costruzione. Patrick mi sembra un po’ più tecnico di Pippo. Con il lavoro, in allenamento, Cutrone può migliorare questo aspetto e lavorare sul controllo di palla”.

Guardando invece in casa Inter, quale pensi sia il modulo migliore per sfruttare al meglio le capacità di  Icardi, quello attuale con i due esterni oppure con il possibile affiancamento di Lautaro Martinez?

“Se parliamo di Icardi, è difficile pensare di poter migliorare i numeri di Mauro, un attaccante a mio avviso straordinario e uno dei più forti al mondo, non dimenticando il fatto che è un ’93 … Un calciatore che è fenomenale in fase di possesso, ma che fatica quando la squadra deve rifiatare, perché il suo istinto lo porta a stare negli ultimi sedici metri”.

Che ricordo hai della tua ultima stagione, vissuta nella Pro Vercelli?

“Ho vissuto l’ultimo anno della mia carriera a Vercelli dove, nonostante partissi il più delle volte dalla panchina, riuscì a totalizzare 11 reti in 26 partite. Un’annata difficile, decisi infatti di smettere di giocare nonostante mi sentissi ancora in buona forma. Mi sono scontrato più volte con l’allenatore, Roberto Galia, per il poco utilizzo, scelta che rispetto soprattutto ora che ho rafforzato la mia esperienza da allenatore. Ho un legame magnifico con la Città e con i tifosi. Mi piace  citare un episodio:  da spettatore, in un Pro Vercelli-Como, venni a vedere mio figlio , un paio di anni fa. La Curva mi riservò bellissimi cori, inaspettati.  Un momento emozionante, che porto nel cuore. Possiedo orgogliosamente la maglia celebrativa che Società e compagni mi regalarono per il mio 170esimo goal in carriera arrivato nella trasferta di Crema, contro il Pergocrema”.

 

Foto ilpicenotime.it

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