HIGUAIN, giusto responsabilizzare il grande colpo di mercato del Milan. Chi lo critica dimentica i numeri del bomber. Gli alibi e le motivazioni di Gonzalo.

Sembrava tutto finalmente in discesa e di poter assistere a uno scenario diverso dopo la rete vittoria ai danni della Spal, scaccia crisi e scaccia guai, soprattutto nei confronti di Gonzalo Higuain, posto che il tecnico rossonero era stato confermato a gran voce dalla Dirigenza  rossonera nelle ore precedenti quella sfida. Il ‘Pipita’  realizzava quel goal con tale rabbia, potenza e tecnica, liberando la sua gioa con una gestualità visiva e comportamentale più volte ripresa e decantata dai media. Seguiva l’abbraccio con la panchina, l’agitare la maglia portata verso il vasto e fiero petto argentino, il viso illuminato rivolto alla curva e la corsa verso la stretta morsa del suo Mister, che più volte lo aveva aspettato, ripreso e condotto verso un atteggiamento da protagonista (non da leader o da condottiero, perchè  Gonzalo non è questo e non poteva diventarlo in rossonero). Tutto questo sembra non bastare: anzi nel dopo conferenza di presentazione ufficiale, nella giornata dedicata a Paqueta’, ecco tutti a scatenarsi e a leggere nelle parole di Leonardo uno scontro non solo verbale tra il centravanti più prolifico della serie A degli ultimi cinque anni e la neo Dirigenza rossonera. Higuain è stato pagato profumatamente (nell’ingaggio), perché di meglio, in Italia, c’era poco o forse niente… I termini del passaggio definitivo al Milan sono chiari e ben delineati nei rapporti con la Juventus. Gonzalo è sicuramente nervoso, indolente (non si può negare l’evidenza) ma si vuole concedere al centravanti argentino l’alibi (quale collega anche meno illustre non lo richiederebbe?) di essere arrivato al raduno tirato a lucido, di aver iniziato con convinzione la stagione, ma di essersi visto privato nel cammino di valorosi compagni di reparto, con una difesa e centrocampo via via menomati, con conseguente difficoltà per il reparto d’attacco. I detrattori di uno dei pochi fuoriclasse del campionato italiano dimenticano le defezioni di Biglia, Bonaventura , Caldara, Musacchio , Romagnoli, per citarne alcune, senza ricordare le ‘amnesie’ di Calhanoglu e Suso. Ci sta, in questo contesto, che Higuain abbia avuto ritorni di innamoramenti o di fiamma verso il suo mentore Sarri, ma sta al Milan (Gattuso che non ha doppie facce lo ha sempre ribadito, sostenendo il suo centravanti, finché tale fosse stato), chiarire anche con frasi ad effetto che il rapporto va sostenuto e validato in mancanza di una definitiva scelta contraria, suffragata da tutte le parti in causa (Juventus, compresa). Fuori di ogni dubbio è la considerazione che la Società ha  per il giocatore, rinfrancata dal maestoso trattamento economico. E i tifosi? Al momento il pubblico ha sempre manifestato la propria stima e attaccamento al giocatore, prova ne sia la dedica con cui lo stesso ha festeggiato il ritorno al goal. Il Milan attendeva da anni un centravanti principe: rinunciare ad uno dei colpi più eclatanti del recente mercato avrebbe solo senso nel caso di un rimpiazzo di almeno pari fama. Ma tutto questo, forse, un senso non ce l’ha…

 

foto sport.sky.it

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