Ugo TOSETTO (ex MILAN): “Ai miei tempi in panchina non si usavano carta e penna… Sono interista, ma GATTUSO… Vicenda ICARDI? WANDA non doveva entrare nelle questioni dello spogliatoio”.

La Redazione di CARTA CANTA, durante la propria trasmissione in onda ogni lunedì a Ballando Station One, ora anche in FM,  ha contattato al telefono un ex giocatore del Milan degli anni ottanta, Ugo Tosetto, approdato solo per un anno in maglia rossonera, la stagione precedente lo scudetto della ‘Stella’, nello stesso anno in cui arrivò con lui dal Monza Ruben Buriani. Tosetto, vive ora a poche centinaia di metri da Milanello, anche se ha confessato la sua fede interista. Gli abbiamo confidato di averlo rincorso un po’, ma che grazie all’aiuto di un ascoltatore eravamo riusciti a contattarlo per averlo gradito ospite in diretta alla radio.  A Tosetto  abbiamo chiesto di raccontare la sua esperienza rossonera, le differenze con il calcio attuale, il suo parere da interista sulla vicenda Icardi,  un pronostico sulla lotta Champions e su Gattuso ci ha detto che…

Ricordo, Ugo, che arrivato al Milan i tifosi ti accolsero con un coro che recitava: “Buriani e Tosetto, decimo scudetto!”

“E’ vero, ma lo scudetto arrivo l’anno successivo e io purtroppo non c’ero più.  Io arrivai nel Milan dei Rivera, Capello, Maldera, Bigon, che dire? Non mi sono però divertito come mi accadde in altre squadre, perché lì lasciavano fare quello che volevo e mi impegnavo per dare il meglio, mentre al Milan dovevo fare la punta, ma io non ero una punta e quindi era un disastro. Feci un gran goal a Genova, ma lo archiviarono come autorete e ne feci solo un altro in rossonero, al Betis, in Coppa. A Monza andai alla grande, vincemmo il campionato in serie C e sfiorammo la serie B”.

Che ricordi hai di quell’esperienza a Milanello e di quegli anni, rispetto al calcio attuale?

“Del Monza mi parla mio figlio, non so se quest’anno potrà salire di categoria. Abito a pochi metri da Milanello, ma non ci vado, anche perchè è cambiato tutto, occorre avere il pass… Non vado nemmeno allo Stadio… Il mio calcio era un altro calcio, non c’era tutta quella attenzione mediatica, tutto era concentrato a Milanello e al campo.  Le partite ora sembrano delle sfide a scacchi e poi, scusate, io non ho mai visto ai miei tempi gli allenatori con carta e penna in panchina!”.

Hai confessato di tifare Inter, quindi ti chiedo come vedi da fuori la vicenda Icardi?

“La vedo male, malissimo. Ai miei tempi Icardi dopo quel gesto lo avrebbero mandato a giocare a Barletta, non all’Inter. Non dipende solo da lui, ma anche dalla moglie che deve evitare certe parole, perché di calcio si parla negli spogliatoi…  Io ho allenato, ma la fascia di capitano era il gruppo ad assegnarla”.

Come vedi il campionato di quest’anno, a parte la Juve?

“La Juve lo ha vinto prima di iniziarlo.. Il Napoli sta facendo fatica a fare goal, mentre mi piace molto vedere l’Atalanta.  Spero che l’Inter arrivi prima del Milan, ma devo riconoscere i meriti del lavoro di Gattuso, che molti volevano allontanare ma che già l’anno scorso fu decisivo. Ora il Milan ha trovato quello là davanti e dietro prendono pochissimi goal.  Gattuso mi avrebbe fatto giocare secondo le mie caratteristiche e lo avrei fatto stare bene (ride… ndr). Ho avuto comunque la fortuna di avere grandi allenatori, da Rocco a Liedholm, a Magni, Giorgi, Orrico, Vogliamo anche dire che ero soprannominato il ‘Keegan della Brianza? Quante botte ho preso da  Bruscolotti, quando mi marcava… Piangevo, a San Siro! Con Buriani, poi,  ho disputato quattro stagioni bellissime”.

 

foto footballnotballet.com

 

 

 

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