Il mio obiettivo è portate gli ” Scorpions” alla Coppa d’Africa e chissà al Mondiale. Tom Saintfiet, Commissario Tecnico del Gambia si racconta in esclusiva ai nostri microfoni.

Mol (Belgio ) – Scrivere che Tom Saintfiet è un leone delle Fiandre è riduttivo. Lo stesso scrivere che è un Commissario Tecnico globetrotter non renderebbe bene la sua essenza. Certo che alle sue latitudini, lì sul pavé o si diventa campioni o niente. Saintfiet era un discreto centrocampista, ma sei infortuni alle ginocchia avrebbero steso pure un leone ed allora Tom decide a soli 23 anni di iniziare l’iter per conseguire il patentino di allenatore Uefa B. Trascorre un anno e l’ ex centrocampista del Westerlo mette sul piatto anche una Laurea in business e psicologia dello sport. La prima chiamata arriva dalle Isole Fær Øer dove Tom aveva già giocato da calciatore. Il B 71 Sandur di Tórshavn gli affida la guida della prima squadra. Ed allora partiamo da qui Mister. Le Fær Øer l’incipit del viaggio. << Quando ho iniziato ad allenare non pensavo che avrei lasciato il Belgio, ma anche da noi come in Italia è difficile che ti venga affidata una panchina a quell’età. Allora lì a Tórshavn è iniziato il mio cammino>>. La svolta? << La mia audacia è stata premiata quando ho iniziato un tirocinio per il Lierse, squadra di A belga allenata da Walter Meeuws che era stato CT del Belgio al Mondiale in  Italia del  1990. Quando Meeuws venne chiamato in Qatar dall’ Al-Gharafa, mi propose di diventare il suo vice. Io avevo solo 30 anni e quell’esperienza fuori dal Vecchio Continente è stata l’inizio del viaggio attraverso il mondo. In quel periodo in Qatar giocavano Batitusta, Caniggia, Guardiola e Hierro tra gli altri e poterli studiare da vicino fu importante a livello tecnico>>. In Qatar anche alla guida della Nazionale Under 17, poi Germania al BV Cloppenburg e poi direttore tecnico del Club olandese di Serie A FC Emmen. Poi a 35 anni un’altra grande svolta. << Si, la Nazionale della Namibia. Diventai CT a 35 anni e quella sulla panchina dei Brave Warriors fu la prima esperienza da Commissario Tecnico di una Nazionale africana. Dire che è stato indimenticabile è poco. Ottenemmo buoni risultati ed arrivano offerte da tutto il Continente africano>>. Dopo la Namibia lo Zimbabwe. Lì cosa accadde nel Settembre del 2010? << Sinceramente non lo so. Posso dirti che dopo due settimane ho dovuto abbandonare lo Zimbabwe perché la Federazione mi disse che non avevo un regolare permesso di soggiorno. Due anni dopo un grosso giro di calcio scommesse che coinvolgeva anche la Federazione venne fuori>>. Nel 2012 hai avuto molto coraggio e sei volato nello Yemen, un paese storicamente dilaniato da mille problemi. Com’è stato vivere lì nella Penisola araba. << Si è stata una sfida affascinante in tutti i sensi e anche difficile. Vivevo a Sana’a perennemente sotto scorta per timore di un potenziale rapimento da parte di alcune tribù locali. Lo Yemen però è stupendo e la gente seppur tra le più povere al mondo è di una gentilezza e cordialità senza eguali. E’ stato stupendo lì e quei giorni rimarranno sempre nel mio cuore. Sotto l’aspetto calcistico siamo migliorati in quel periodo. Ricordo con piacere la Coppa del Golfo in Bahrein dove abbiamo perso per 2-0 contro l’Iran di Carlos Queiroz e sempre per 2-0 contro l’ Arabia Saudita di Frank Rijkaard. Lo so, sono comunque due sconfitte, ma prima lo Yemen queste partite le perdeva con molti goal di scarto. Noi abbiamo venduto cara la pelle e ce la siamo giocata migliorando nel Ranking >>.  In giro per il mondo ma tu ti senti un allenatore all’italiana vero? << Si, si. Ho sempre avuto uno spirito all’italiana e adoro il vostro calcio. Ho svolto il tirocinio Uefa con Claudio Ranieri all’ Inter e da lui ho imparato l’orientamento calcistico italiano>>. Adesso sei alla guida della Nazionale del Gambia con ottimi risultati e tra l’altro hai una bella flotta italiana che difende i colori degli Scorpioni. << Stiamo facendo un grande lavoro scalando posizioni nel Ranking (da 183 a 161) e da poco ho rinnovato il contratto con la Federazione. Siamo stati un po’ sfortunati perché potevamo qualificarci per la Coppa delle Nazioni Africane e sarebbe stato un evento storico. Ce la siamo giocata alla grande contro Algeria, Togo, Benin, Marocco e Guinea Conakry. Abbiamo pareggiato l’ultima partita contro la corazzata Algeria ma il Benin ha battuto il Togo e ci ha estromessi. In futuro ci qualificheremo e regaleremo una gioia immensa ai gambiani. E ci proveremo anche con i Mondiali. Ho una rosa molto forte e come hai detto tu posso contare su calciatori che giocano in tutta Europa ed in Italia. Il nostro capitano e perno della difesa Omar Colley alla Sampdoria ha fatto benissimo, Musa Barrow nell’ Atalanta sta migliorando sempre più e con Zapata può formare una coppia goal incredibile grazie soprattutto al modulo di Gasperini. Sono spesso a Bergamo e sono innamorato sia della città che della squadra. Poi devo seguire il “piccolo” Ebrima Colley che ha vinto il Campionato primavera con la Dea segnando la rete decisiva nella finale contro l’Inter. Ha già esordito in Nazionale giocando contro il Benin e la Guinea Conakry. Non ho timore a lanciare ragazzi così giovani. Sono il futuro>>. Poi c’è il mitico Yusupha Bobb. << Bobb è fortissimo. Il Chievo lo ha prestato al Cuneo e lì ha fatto la differenza. L’ho seguito molto. Come ho osservato la forte ala Lamin Jallow della Salernitana, l’altra ala Kalifa Manneh del Catania e Mussa Juwara che ha esordito con il Chievo in A>>. La partita che ricordi di più alla guida degli “Scorpions” ? << Settembre 2018 contro l’Algeria. Finì 1-1 una gara combatuttisima. Il nostro “Independence Stadium” di Banjul può contenere 25 mila persone ma quel giorno ce n’erano 40 mila. C’erano spettatori ovunque pure sui lampioni. E’ stata una festa ed il calore avvertito quel giorno è indimenticabile>>. Tom domanda fatidica e scontata, quando il calcio africano s’imporrà definitivamente. << In Europa siamo abituati ad aver tutto ma in Africa non è così. i bambini giocano per strada e sulle spiagge ed imparano lì. Non ci sono centri di formazione e primavere. Quando in Africa ci saranno le strutture europee allora sì che il calcio africano primeggerà. E’ una fucina di talenti senza fine>>. Mister concludendo, tu sei impegnato al 100% con il Gambia e siamo sicuri che lo porterai lontano, ma se dovesse arrivare una chiamata dal calcio italiano? << Bella domanda. Il mio unico pensiero è la Nazionale gambiana, ma io sono cresciuto nel mito di Arrigo Sacchi e del Milan degli olandesi. Se mai dovesse arrivare una chiamata ne sarei orgoglio e felice. Soprattutto da voi in Italia. Per ora però il mio unico pensiero e portare gli “Scorpions” il più in alto possibile>>. Gli Scorpioni più in alto di un’aquila. Dall’alto in un lampione.

foto http://foroyaa.gm/gambias-newest-coach-tom-the-gaffer-who-escaped-zimbabwe-in-his-training-kit-over-deportation-fears/

2 pensieri riguardo “Il mio obiettivo è portate gli ” Scorpions” alla Coppa d’Africa e chissà al Mondiale. Tom Saintfiet, Commissario Tecnico del Gambia si racconta in esclusiva ai nostri microfoni.

  • Luglio 1, 2019 in 12:35 pm
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    L’articolo si legge tutto d’un fiato grazie al discorsivo incedere del giornalista. Bella la storia di quest’uomo capace di risorgere dopo tante avversità.

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  • Luglio 3, 2019 in 5:27 am
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    Appassionante storia di vita umana e calcistica raccontata talentuosamente da un uomo umile e sapiente.

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