2020, l’anno anomalo dell’INTER: l’accordo con CONTE, la FINALE europea, il provino a VIVIANO e il flop ERIKSEN. Riviviamo i 365 giorni nerazzurri.

Anno 2020. Potrebbe iniziare così questo articolo o un qualsiasi film di fantascienza. Non ci andremmo poi così lontani visto quello che è accaduto in questo anno, che ricorderemo certamente più per le vicende extra calcistiche che per le gesta degli undici nel rettangolo di gioco. Un anno anomalo, dannatamente pandemico, ha spezzato milioni di vite. Verrà ricordato per gli addii di campioni dello sport come Bryant e Maradona, Pietro Anastasi, Mario Corso, Gigi Simoni, Paolo Rossi, Pierino Prati e Alejandro Sabella. Un anno che ha stravolto le nostre abitudini, dove incontri, chiacchiere ed abbracci hanno lasciato spazio a DPCM, mascherine e gel disinfettanti. Ma parliamo di calcio e dei dodici mesi dell’Inter.
E’ un inizio anno scoppiettante più per le mosse di mercato che per i risultati della squadra: se da una parte sbarcano a Milano gli esterni Young e Moses e la stella Eriksen con tanto di presentazione alla Scala, dall’altra Conte incespica in una serie di pareggi e sconfitte che fanno perdere di vista la capolista Juventus di Sarri, sempre più tallonata da una sorprendente Lazio. A dare una svolta alla stagione come spesso accade è il derby contro un Milan che per un tempo domina i nerazzurri: con Padelli in porta l’Inter ribalta il risultato grazie alle reti di Brozovic, Vecino, De Vrij e Lukaku. Questa sarà l’ultima partita in campionato con stadio gremito di spettatori prima che il Covid-19 prenda il sopravvento sulla vita degli italiani e di tutto il resto del mondo. Nel frattempo Zhang litiga con Dal Pino dandogli del “pagliaccio” per la poca premura nel gestire una pandemia in corso, l’Inter propone un provino a Viviano per sostituire l’infortunato Handanovic che alla fine però non acquisterà. Si ferma la Serie A, a ruota tutti i campionati professionistici e non, vengono rinviate le Olimpiadi e l’Europeo; Diodato si aggiudica il festival di Sanremo con la canzone “Fai rumore” che dal titolo sembra un inno di speranza per tutti i tifosi che non potranno più assistere alle partite ‘della cosa più importante tra le meno importanti’. Rugani e Gabbiadini sono i primi positivi asintomatici di una lunga lista, che nessuno sa ancora fino a quando proseguirà. Prosegue invece la stagione che tra le mille difficoltà propone partite estive serali e coppe europee a scontro diretto in sede unica. L’Inter, retrocessa in Europa League, arriva in finale a dieci anni dall’ultima finale europea, quella dello storico Triplete. Prima però i nerazzurri tentano il colpaccio in campionato riuscendo ad arrivare secondi ad un solo punto dalla Juventus che si aggiudica per la nona volta consecutiva lo Scudetto: ci si ricorderà i gol dei due gambiani del Bologna, Barrow e Juwara, la traversa a porta vuota di Gagliardini contro il Sassuolo e l’astinenza al gol di Lautaro Martinez coi pensieri rivolti più a Barcellona e Messi che a Milano. I nerazzurri quella finale la perderanno contro il Siviglia (3 a 2) per un autogol nella ripresa di Lukaku che per distacco sarà il protagonista della stagione nerazzurra. Lungo il cammino a farne le spese furono Ludogorets, Getafe, Bayer Leverkusen e Shakthar Donetsk.
Mister Conte scricchiola e parla da separato in casa, dopo una stagione travagliata ma soddisfacente nonostante priva di successi. Le lamentele continuano durante tutta l’estate ma si arriva ad un accordo tra lui, Ausilio, Marotta e l’avvocato della Società in un caldo 25 agosto a Villa Bellini, dove di preciso nessuno sa cosa sia realmente successo. Nel mondo si balla la hit Jerusalema, il Bayern Monaco festeggia il suo secondo Triplete mentre la Roma passa ai Friedkin. Nel mercato estivo arrivano Hakimi dal Real Madrid per 45 milioni, Kolarov, Darmian e Vidal, mentre tornano alla base Nainggolan e Perisic. La Juve affidata a Pirlo prende Kulusevski e Chiesa, il Milan rinnova Ibrahimovic, la Roma prende Pedro mentre il Napoli fa la spesa record per Osimhen. Si forma così un’Inter che tra le favorite non riesce a sbocciare. Sorprende una difesa ballerina e un cammino in Champions da brividi. Nelle competizioni europee infatti arriverà ultima con una sola vittoria all’attivo in un girone composto da Real Madrid, Borussia Mönchengladbach e Shakhtar Donetsk, mentre in campionato non convince in virtù anche della sconfitta contro il Milan, i pareggi con Parma, Atalanta, Lazio e le vittorie in extremis contro Fiorentina e Torino con le complicazioni dovute alle numerose assenze causa coronavirus. Difficile fare peggio e così Conte compatta i suoi uomini e torna al più affidabile 3-5-2, tralasciando l’idea del trequartista inanellando sette vittore consecutive in campionato, terminando l’anno solare a un punto dal Milan capolista. L’Inter termina così il suo 2020 come l’aveva lasciato, ossia con la possibilità di lottare ad uno Scudetto quasi obbligatorio dopo la “brexit” nelle competizioni europee, magari con un aiuto dal mercato di riparazione, con Eriksen passato da uomo aggiunto a scarto di lusso come pedina di scambio.

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