INTER, il piano B di CONTE c’era e funziona. Le chiavi TATTICHE della CAPOLISTA che ha trasformato il 3-5-2 in un modulo TOTALE.
Si era appena conclusa l’avventura europea nerazzurra e Antonio Conte, visibilmente infastidito e deluso, litigava con giornalisti e opinionisti. Col tempo abbiamo conosciuto il carattere del tecnico leccese che mal digerisce sconfitte, figuriamoci “fallimenti”. Se poi si tratta di dover dare spiegazione allora ci troviamo di fronte un allenatore in balia di sé stesso e del suo pensiero che rigetta al mittente provocazioni e illazioni sul suo operato. Si parlava di piano B, come se fosse una facile scappatoia in una serata molto nera e poco azzurra.
Ma il piano B esisteva per davvero e Conte ci ha messo un po’ per metterlo in atto: sostanzialmente, meno spettacolarità, più praticità. Detto in soldoni, via il trequartista e più equilibrio. Non sono cambiati gli interpreti, bensì i ruoli e i compiti. Eriksen è rimasto in campo a discapito di quel Arturo Vidal tanto cercato e voluto ma che in campo, un po’ per caratteristiche e un po’ per una condizione precaria, rischiava di rallentare il gioco nerazzurro. L’Inter ha iniziato ad avere due registi ma allo stesso tempo più tecnica e più possibilità di verticalizzare.
Ai più attenti non sarà poi sfuggito l’atteggiamento di Barella che partendo da interno destro di centrocampo, si alza quasi sulla linea degli attaccanti supportando la fase offensiva, che da due passa a tre interpreti. La fascia destra poi, con la freccia Hakimi, indottrinato a dare importanza alla fase difensiva quanto a quella offensiva, è fondamentale per arrivare in area con le palle basse. A volte, vedi contro il Cagliari, funziona il “da quinto a quinto”, portando in area anche l’altro esterno.
Molti poi hanno paragonato il lavoro di Lautaro a quello di Eto’o in una decina di anni fa: niente di più vero anche se modulo e caratteristiche si distanziano, non solo per ragioni temporali. L’argentino si abbassa, porta compattezza al centrocampo e maggior fase di intercetto regalando all’Inter la possibilità di partire in contropiede più velocemente.
Se a tutto questo ci aggiungiamo il risveglio di Perisic, il miglioramento di Handanovic, la solidità del terzetto difensivo (non dimentichiamoci di quanto sia importante il giovane Bastoni alla manovra) e la compattezza del gruppo (anche di chi non gioca, Kolarov per esempio, a detta del Mister) troviamo la capolista che nel girone di ritorno non ha lasciato nulla al caso e nemmeno ai suoi avversari. Conte ci ha stupito e con pazienza sta arrivando all’obiettivo per cui è stato chiamato meno di due anni fa. Il piano B funziona ed era già nel carro che tanti avevano deciso di fermare ed abbandonare.
Fonte foto: eurosport.it