INTER, la ricetta SCUDETTO in 5 passi: qual è stato l’ingrediente SEGRETO?

1. FATTORE ERIKSEN
Per un Vidal che esce, un Eriksen che entra. La classe e la tecnica per sostituire i muscoli. Da quando il danese è stato inserito come doppio regista insieme a Brozovic non è stato più tolto dal campo. Un lavoro magistrale per Conte che ha recuperato un giocatore fuori dal progetto ma privo di offerte e per il giocatore stesso che si è calato nella causa nerazzurra. La data di svolta? Il 26 gennaio 2021, quarto di finale di Coppa Italia: punizione vincente allo scadere nel derby contro il Milan.

2. B-D-S
C’era una volta la BBC (Barzagli, Bonucci e Chiellini) ora ci sono Bastoni, De Vrij e Skriniar. Se i campionati si vincono con le difese l’Inter ha mantenuto il trend. Tredici reti subite nelle prime otto giornate di campionato. Poco più del doppio a fine campionato. Quando Conte si è accorto che era meglio far spazio all’equilibrio piuttosto che alla spregiudicatezza ha vinto lo Scudetto. C’è chi li chiama “il buono, il brutto e il cattivo” e vista la media età dei tre, l’Inter può stare tranquilla anche per il futuro.

3. LU-LA
E’ la coppia gol che tutti sognano e Conte se la tiene stretta. Già, nel vero senso della parola, perché a quei due lì il mister non ci ha mai praticamente rinunciato. Il belga si è dimostrato imprendibile a campo aperto ma anche utile nelle strette marcature avversarie. L’argentino pressa, arretra e finalizza. L’uno funzionale all’altro. Parlano non solo i gol, ma gli assist e le occasioni create.

4. I QUINTI
O ali, esterni, terzini alti, chiamateli un po’ come volete. Ma citate Young, Perisic, Darmian ma soprattutto Hakimi. E’ il marocchino la vera stella sulle fasce di mister Conte. La punta di diamante del mercato estivo, la giovane promessa divenuta top player nell’arco di sei mesi. Dalle prime panchine, dal non saper difendere, da quel retropassaggio suicida a Madrid. Quante ne sono passate per arrivare all’Hakimi di oggi.
Ma non dimentichiamo i 6 punti portati in dote dal gregario Darmian e dell’utilizzo di Perisic in un ruolo non suo.

5. MISTER CONTE
Alla base di ogni scelta c’è sempre a capo una testa, quella dell’allenatore. Lui ed il suo staff hanno plasmato un’Inter priva di preparazione in una macchina da guerra. E’ stato accantonato un progetto tattico che prevedeva il trequartista in uno un po’ più abbottonato, fatto di ripartenza e meno possesso palla. Sono stati reintegrati i “fuori progetto” e si è iniziato ad andare tutti in un’unica direzione, soprattutto dopo la prematura e scottante uscita dalla Champions. Il tutto in mezzo ad un mare di difficoltà, in primis societarie. E se molti ancora si chiedono quanto possa incidere un allenatore all’interno di una squadra, basta vedere il Conte nell’Inter di oggi.

Fonte foto: ilprimatonazionale.it

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