Maurizio BALESTRIERI il bomber predatore d’area che fece innamorare anche il MILAN.

Castrovillari –  Chi ha oggi 40 anni e seguiva il calcio negli anni 90 passando dal Pollino, non può non pensare ad un grande bomber che in quegli anni incantò mezza Italia facendo innamorare addirittura il Milan del presidente Silvio Berlusconi. Maurizio Balestrieri è un grande e ci aspetta qui alle falde del Monte Pollino che si prepara ad un rigido inverno. Balestrieri è uno degli ultimi baluardi del calcio che amavamo e ci emozionava. Uno che appena ti dà la mano ti dice << io ho giocato a Licata su un campo di cemento. Quello era pallone>>. Le ipocrisie con un bomber di razza vecchia scuola come lui non esistono. Altro che terreno sintetico o quel pallone fa una strana traiettoria. Balestrieri ha imparato a giocare per strada, con le pietre prima, col pallone poi ed infine con i ragazzi della Stella Alpina Palermo. Erano anni in cui ci emozionavamo. In cui si diventava uomini precocemente. Appena 14 anni e Maurizio lascia la sua Palermo e spicca il volo verso Sorrento dove diventerà uomo e calciatore. Nel mezzo anche la Primavera con il Napoli e poi l’esordio nei professionisti in un Sorrento – Livorno 3-1 con il suo primo goal di testa tra i calciatori veri. Indimenticabile. Pensare che in campo quel giorno c’era un certo Max Allegri tra i labronici dà il senso dell’evento. Sapere che sulla panchina del Sorrento sedeva Jarbas Faustino detto Cané è semplicemente poesia. Una vita sui campi di tutta Italia e soprattutto del Sud. Una vita di calcio, goal e polvere. Se dovessimo racchiudere la tua carriera in tre fotografie. << Ho fatto tante partite come hai detto tu, e tante mi tornano sempre in mente. E’ stata una bella carriera e sono felice perché dovunque sono andato i tifosi mi hanno voluto bene ed io ho sempre lottato fino all’ultimo secondo per la maglia che ho indossato. Crotone, Giugliano, Chieti tutte tappe importanti della mia carriera. Una partita indimenticabile fu un Foggia – Sorrento allo “Zaccheria” nel 1986 finita 0-1 con un mio goal decisivo. Una grandissima soddisfazione battere il Foggia di Zeman>>. Quella non l’unica volta contro il boemo. Ci racconti di Licata come mi accennavi all’inizio. << Giocare a Licata era sempre difficile ma contro Zeman ancora di più. Perdemmo 3-0 con il Sorrento lì ed il suo 4-3-3 ci ammazzò. Fece una tripletta Maurizio Schillaci, cugino di Totò, che poi andò alla Lazio. Quel Licata era di un altro pianeta con quel fuorigioco alto fino a centrocampo che non ti faceva capire nulla. Solo con qualche palla lunga potevi sorprenderli. Fu una sconfitta ma la annovero tra le mie partite più adrenaliniche di sempre>>. La terza fotografia credo sia qui nella “tua” Castrovillari. << Dici bene si. Io ormai sono un lupo del Pollino perché vivo qui e sto benissimo. Quel campionato 94/95 rimarrà nella storia della Serie D perché anche noi giocavamo a memoria ed in quella squadra segnavano tutti. Fu una cavalcata trionfale e lasciammo alle nostre spalle Messina e Catania. Se non ricordo male segnammo 77 goal e con Emanuele Del Zotti e Gianni Baratto ci intendevamo a memoria. Castrovillari arrivò alla ribalta per la gioia della nostra gente, del presidente Agostino Caligiuri, del mister Angelo Carrano e del grande Marcello Pasquino che porto sempre nel cuore>>. A proposito di cuore, a soli 34 anni a Potenza hai smesso di giocare per un po’ di problemi di salute. Rimpianti. << No non ne ho. Ho avuto una bella carriera. Ho segnato tanto ed ho sempre dato tutto. Certo se fosse arrivato quel treno del Milan avrei avuto una vita ed una carriera ovviamente diversa. È andata così e va bene uguale>>. Ultimo passaggio sul Milan, sul tuo Milan. << Io sono tifoso dei rossoneri dalla nascita e quando parlo dei nostri colori mi vengono i brividi. Purtroppo non viviamo un grande momento iniziato anche quest’anno non bene. La scelta di Marco Giampaolo e dei calciatori messi a disposizione secondo me non è stata delle migliori. Calciatori come Piatek e Paquetà con il suo modulo non potevano fare bene ed anche i nuovi acquisti tenuti ai box è stata una scelta che non ho compreso. Ora con Pioli vedo miglioramenti e speriamo di risollevarci. Il Milan deve tornare ad essere grande soprattutto per quei tifosi come me che ne ricordano le grandi gesta>>. Adesso Maurizio sei in attesa di chiamata da allenatore, progetti futuri? << Attendiamo una chiamata con Mister Gianni Baratto, l’anno scorso siamo stati a Rotonda in D ed abbiamo fatto bene. Vediamo se arriva qualcosa e intanto studiamo calcio>>. La nostra chiacchierata finisce qui. Fa ancora più freddo ma abbiamo riscaldato il cuore. Il calcio che vorrei è ancora qui e Maurizio Balestrieri ce lo ricorderà sempre. Come il Milan di Sacchi  è come chi giocava per la strada con le pietre mettendo i giubbotti per terra per fare i pali delle porte.

Un pensiero riguardo “Maurizio BALESTRIERI il bomber predatore d’area che fece innamorare anche il MILAN.

  • Novembre 16, 2019 in 6:27 pm
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    Figlia di un mediano che si allenava con le scarpe rotte e tra la polvere di un campo che ad ogni calcio strappava la poca erba rimasta… Maurizio Balesteieri ricorda i valori di un calcio dimenticato .. giocato per passione e con amore… che riscalda il cuore ..come dice il nostro prezioso giornalista ..

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