Il TRICOLORE, il dramma ERIKSEN ed il prestito OAKTREE: il 2021 nerazzurro tra le note di IM e l’arrivo di SIMONE INZAGHI.

L’Inter inizia l’anno un po’ come lo aveva finito: vincendo. E’ Lautaro Martinez il primo protagonista della nuova annata e, grazie alla tripletta rifilata in casa contro il Crotone, si porta a casa il pallone e i primi applausi di un 2021 che terminerà in gloria. Da lì in poi la squadra di Conte si avvicina sempre più all’obbiettivo finale, lo Scudetto. Ci arriva grazie a prestazioni solide, di carattere e all’unità del gruppo, in grado di scrollarsi di dosso tutte le poco felici vicende societarie: lontananza del gruppo Suning, voci di cessione, ritardo nel pagamento degli stipendi e chi più ne ha, più ne metta. Vidal e Eriksen schiantano Juventus e Milan, guadagnandosi rispetto, punti in classifica e passaggio del turno in Coppa Italia proprio ai danni dei rivali cugini. Sarà una partita cruciale per la stagione dell’Inter: Lukaku prevale su Ibrahimovic in una sfida ai limiti del regolamento, il danese Eriksen invece inizia ad entrare negli schemi “Contiani” dopo una punizione vincente al 120esimo minuto.
Come non ricordarsi il dito medio di Antonio Conte al presidente Andrea Agnelli? L’Inter viene eliminata dalla Coppa Italia, ma allunga in campionato. Dopo la sconfitta dell’andata i nerazzurri si riprendono lo scettro di Milano battendo il Milan in un 3 a 0 senza storia, con le reti di Lukaku e la doppietta del ‘Toro’ Martinez.
A far da protagonista alla stagione però è anche il ritorno del Covid, che colpisce chi più e chi meno le squadre della nostra Serie A, mentre l’Inter perde Mauro Bellugi dopo una lunga e dolorosa battaglia.
Le polemiche aumentano soprattutto dopo il rinvio del match contro il Sassuolo a fronte di 4 postivi nel club nerazzurro. In concomitanza con l’uscita dall’Europa di Juventus e Milan per mano rispettivamente di Porto e Manchester United, l’Inter si rinnova cambiando logo e dando vita al nuovo “motto” I M (Inter Milano) che la porterà ad una più facile collocazione riconoscitiva in giro per il mondo.
Il 26 aprile nasce (e muore) la Superlega, un nuovo torneo per le superpotenze del calcio internazionale in modo da poter fronteggiare la crisi economica in cui il calcio marcisce da anni. Saranno poi i tifosi stessi a far fallire un progetto durato poco più di 24 ore.
Tappa cruciale per lo Scudetto sarà la trasferta di Crotone, preludio al 19esimo tricolore della storia nerazzurra. Sarà Dopo le mancate garanzie date a Conte ed al suo staff per il futuro l’Inter decide di voltare pagina, di affidarsi ad un altro tecnico e ad approcciarsi sul mercato con la tecnica dell’autofinanziamento. Hakimi vola a Parigi al PSG per quasi il doppio speso un anno prima, Lukaku invece risposa la causa del Chelsea a fronte di un contratto faraonico e la bellezza di 115 milioni nelle casse nerazzurre (record per il campionato italiano). Arrivano a Milano Dzeko (gratis), Dumfries dal PSV e Calhanoglu svincolatosi dal Milan. L’argentino Correa invece veste il nerazzurro per volere del nuovo tecnico Simone Inzaghi che in una notte sembrava aver rinnovato il suo contratto con la Lazio. L’ex numero 10 rossonero invece cambia sponda del Naviglio dopo il grave infortunio capitato al danese Eriksen durante la partita dei gironi Danimarca – Finlandia all’Europeo che poche settimane dopo vedrà proprio l’Italia alzare il trofeo contro l’Inghilterra a Wembley. Tempestivo e decisivo l’intervento del capitano e difensore del Milan Kjaer.
In estate l’ex Mourinho sposa la Roma, Sarri la Lazio, Allegri, a lungo corteggiato da Marotta dopo l’addio di Conte, ritorna alla Juventus. L’Inter, che nel frattempo trova liquidità dal fondo Oaktree, risana parte del debito grazie anche all’arrivo del nuovo main sponsor Socios.com. Gli stadi riaprono dapprima al 50%, poi al 75%. Nasce, senza grandi ripercussioni (per il momento), Interspac, l’azionariato popolare guidato da Carlo Cottarelli. L’estate si conclude con Messi al PSG e Cristiano Ronaldo al Manchester United.
La tifoseria nerazzurra appare tutto tranne che tranquilla dopo le vicissitudini societarie e le cessioni dei principali protagonisti del diciannovesimo scudetto.
Inzaghi però riesce ad entrare nel cuore dei tifosi grazie ad un gioco ed ad un atteggiamento più propositivo rispetto all’annata precedente. L’esordio in casa arriva con un 4 a 0 al Genoa mandando in rete subito l’ex rossonero Calhanoglu, mentre in trasferta è Correa a portare i 3 punti con una pregevole doppietta rifilata all’Hellas Verona.
Sarà un’Inter a due facce quella per il finale di stagione: se da una parte arriva l’approvazione del bilancio con annesso record di passivo, dall’altra la Società firma i rinnovi di Barella, Lautaro Martinez e Dimarco.
Dal campo invece arrivano solo belle notizie. L’Inter segna tanto, produce tante occasioni e rimane agganciata alla vetta in campionato. In Europa invece viene centrato il passaggio agli ottavi di finale di Champions League dopo 11 anni dall’ultima volta. La svolta però arriva nel derby d’andata in cui Martinez si fa parare un rigore da Tatarusanu. Da quel pareggio l’Inter vince sette partite consecutive e termina il girone d’andata con 46 punti (meglio di Conte e Mourinho). Da campione d’inverno e solitaria in vetta alla classifica l’Inter conclude l’anno solare più particolare degli ultimi anni.

Fonte foto: repubblica.it

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