ITALIA fuori dal MONDIALE: l’INCUBO diventa REALTA’. Le scelte tecniche e l’approccio ci mandano a CASA. PROTEZIONE? Cambiare si deve e non solo in PANCHINA.

La qualificazione al Mondiale natalizio e sfarzoso in Qatar 2022 passava dalla Macedonia del Nord, ma sembrava che fosse solo l’avversario uscito dall’altra sfida Portogallo vs Turchia a dover preoccupare Mancini, addetti ai lavori e tifosi della Nazionale campione d’Europa. Il nostro tecnico aveva annunciato in conferenza stampa che si sarebbe passato l’ostacolo playoff, perché l’Italia avrebbe puntato a vincere la Competizione più prestigiosa per rappresentative nazionali. Mancini sceglie i fedelissimi, costretto a lasciare a casa sul divano gli infortunati Spinazzola, Di Lorenzo e Chiesa, non rinuncia agli acciaccati Bonucci, Chiellini, ai fuori forma Barella e Insigne, ma soprattutto a far giocare per l’ennesima cocciuta volta Ciro Immobile in un ruolo schiavo di uno schema che non gli appartiene. Non solo, il fido Zaccagni che nella propria squadra di Club accompagna e assiste il miglior marcatore (questo è…) del campionato italiano, viene relegato in tribuna, in felice compagnia del talent Zaniolo, del volitivo Belotti e del coriaceo Scamacca. Difficilmente il mister sarebbe ricorso a questi giocatori sistemati in tribuna, nell’eventuale sfida finale per l’accesso al Mondiale. O credete possa smentirci? Partite simili a quella tragicamente persa contro la Macedonia si vincono con la concretezza, cattiveria, voglia di pensare a quella successiva, sportivamente più probante e forse anche seria… La formazione schierata da Mancini ha solo in Verratti l’espressione della qualità, in Florenzi e pochi altri la volontà e in Berardi la tecnica, purtroppo non associata alla spietatezza nell’occasione che avrebbe molto più che probabilmente chiuso questo primo scoglio. Quanto al portiere, siamo purtroppo di fronte a un giovane pseudo fenomeno che troppo spesso si macchia di scelte tecniche fatali, ma è un ’99, si farà. Il nostro tecnico poteva raddrizzare il preoccupante iter del match, se nel secondo tempo fosse corso ai ripari, con quello che non aveva nascosto in tribuna, ma piazzato in panchina. Ma chi entra è inspiegabilmente messo fuori ruolo o per tutto il periodo in cui impiegato, spostato più volte a coprire zone e ruoli mai esplorati. Del resto il ‘fantozziano’ calcio d’angolo battuto (o forse è meglio dire recitato)  nel primo tempo, protagonisti Berardi e Insigne avrebbe già dovuto far pensare che di formalità, con la Macedonia del Nord,  non si sarebbe dovuto trattare. Ma nel secondo tempo ecco Raspadori battere il corner, tra lo stupore generale. Che ci azzeccava questa mossa? L’Italia fuori per l’ennesima volta dal Mondiale priva tanti nostri adolescenti della gioia e dello stupore di poter vivere la massima competizione calcistica: avere poco meno di dieci anni e non aver ancora vissuto il tifo per l’Italia è tra gli effetti più sconsolati che questa disfatta calcistica ha prodotto.  La sconfitta è di Mancini come dei nostri giocatori, incapaci di dare sostanza e rabbia in un’occasione unica, perchè tale era la sfida alla Macedonia del Nord. Non diciamo però che ora è il momento di proteggere qualcuno da qualcosa… Le scelte, gli errori e le responsabilità si pagano, non solo gli ingaggi e gli stipendi di chi guida il carro. Andiamo a completare la farsa la partita in Turchia e poi, di grazia, cambiamo i manici in panchina e alla scrivania.

foto eurosport.it

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