STROPPA dal PARADISO all’INFERNO. Dicevano sarà romantico? Anche NO…

Finisce oggi martedì 13 settembre 2022 l’avventura di Giovanni ‘Giuan’ Stroppa alla guida del suo Monza (se vogliamo almeno concedergli il legame affettivo che lo ha spinto ad accettare l’incarico). Il 29 maggio scorso Stroppa festeggiava la serie A di AC MONZA dopo 110 anni di storia, di sogni infranti, fallimenti e riallocazioni societarie. Abbiamo avuto l’opportunità con altri colleghi di partecipare, durante la stagione della Promozione, a lunghi e illuminanti post conferenza in cui il Mister, accostando una delle sedie della Sala Conferenza si intratteneva a parlarci di tattica, di sensazioni, confidando a microfoni e telecamere spente dubbi o certezze. Non gli era dovuto, il suo compito istituzionale si sarebbe esaurito allo stop del tasto record del suo intervento ai microfoni del canale ufficiale. Abbiamo passato una serata a cena con Stroppa, a fine stagione scorsa, in un locale in quel di Monza, come si fa con amici con cui si beve un bicchiere di vino e si gusta un tipico piatto brianzolo. Stroppa è questo, sanguigno, forse ruspante, ma vero e sincero. Godeva della fiducia di molti e apprezzava il tatto e la professionalità degli addetti ai lavori con cui poteva spendere qualche minuto al telefono, in settimana, come abbiamo avuto la fortuna e il privilegio che accadesse a noi. Giovanni è persona onesta, da subito ha avvertito tutti dicendo che la serie A sarebbe stata un altro sport. Forse non tutti lo hanno inteso, nemmeno quando ha ribadito, a ragion veduta, nelle ultime settimane, di aver avuto a disposizione una squadra allenabile solo da pochi giorni, nelle ultime sedute di allenamento e forse, aggiungiamo noi, nemmeno quello. Certo quanti a riempirsi la bocca sul numero esagerato di nuovi acquisti, sulla rosa da sfoltire, sulla necessità di garantire un campionato di serie A in estrema tranquillità senza nascondere ambizioni europee… Andiamo a vedere quando e quanto ha avuto la possibilità di allenare (questo si chiede a un Mister, no?) i vari Pessina, Caprari, Petagna, Carboni, Ranocchia, Marlon, per citarne qualcuno? Stroppa avrebbe dovuto allenare dei nomi, delle figurine, o giocatori arrivati abili e arruolabili? Aveva chiesto tempo a un ambiente che già da settimane alimentava perplessità. La squadra a Lecce non ha certo mostrato quell’idea di calcio propositivo che Stroppa coltiva da sempre (vogliamo anche fargli questo appunto?). La palla scottava e veniva sciaguratamente lasciata all’avversario… Era Giovanni Stroppa a scagliare la palla in fallo laterale o a sbagliare ogni ripartenza? Questa volta, anche questa volta, come spesso accade nel calcio, paga un professionista serio e una persona che vive del suo lavoro, notte e giorno e che alla fine, lo conosciamo, si limiterà a dirci: “Che vuoi farci, succede…”. In bocca al lupo al nuovo tecnico, ovviamente. Arrivederci a presto Giovanni, le nostre chiacchierate non verranno certo ‘esonerate’ da questo calcio impaziente e irriconoscente. Stroppa era salito in Paradiso a fine maggio, sarebbe stato tutto così romantico, come recitava lo slogan di AC Monza alla rincorsa della serie A. Invece è tutto così reale…

foto cartacantaweb.it

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