TONALI, LUKAKU, CUADRADO. Nel CALCIO non c’è più RELIGIONE? Sembrerebbe di no.
Il calciomercato è ancora agli albori, ma a più di un mese dal termine non si può dire di non aver già assistito a tanti colpi di scena in un lasso di tempo davvero così breve. In un’estate rovente, in tutti i sensi, dove gli sceicchi arabi sono nettamente i padroni della scena, indirizzando sempre di più il nostro amato sport sulla via del puro business, Milan, Inter e Juventus stanno vivendo situazioni che fino a poco fa potevano essere solo utopia o scenari simulati da un ragazzino, davanti ad un famoso videogioco di calcio. Tonali, da futura bandiera rossonera a colpo di mercato British, Lukaku, separato in casa Chelsea, sempre più tentato dalle sirene torinesi, sponda bianconera e Cuadrado, il nemico di tante battaglie pronto a inneggiare i cori nerazzurri. Fa da precursore propri Sandro da Brescia, già protagonista nell’attuale precampionato inglese ed immortalato dalle telecamere britanniche, con uno sguardo languido, non proprio sprizzante di felicità. Il suo passaggio al Newcastle è diventato record in quanto a cessioni rossonere e Moncada e Furlani con i suoi introiti stanno già allestendo un mercato di tutto rispetto. Che i tifosi rossoneri abbiamo già digerito l’addio di Sandrino? Passando per Romelu Lukaku, fresco di “tradimento” ai danni della squadra di cui era innamorato follemente, fino a qualche settimana fa, con annessa intervista televisiva, in cui scongiurava qualsiasi approdo alle squadre eterni rivali di neroazzurri. Come si sul dire, oltre il danno la beffa, perché se Big Rom diventasse il nuovo numero 9 designato da Massimiliano Allegri, farebbe tranquillamente concorrenza alla trama di qualche telenovelas di successo spagnola. Chiudendo con Juan Cuadrado, che sbarcato a Linate da poche ore, alla domanda dei giornalisti: ” Ci dici il primo forza Inter, Juan?” si è limitato ad un silenzio platonico. Si, Juan Cuadrado, colui che nella prossima edizione della Coppa Italia non potrà disputare le prime due partite, proprio per un’espulsione rimediata contro la sua attualmente squadra. Quel Juan Cuadrado che simulò in maniera goffa e grossolana un rigore inesistente contro l’ex Perisic, in un desolante derby d’Italia in pieno Covid. È un calciomercato strano, pieno di contraddizioni e scelte curiose, atto a creare plusvalenze per poi investire e sarebbe un’occasione per rilanciare il termine “plusvalenza”, anziché utilizzarlo per inchieste e penalizzazioni sul campo. Le bandiere non esistono più e anche se potrebbe risultare una banale affermazione, è cosi, affezionarsi ad un singolo calciatore non è più possibile: altamente consigliabile acquistare una maglia senza nome sulle spalle. Nel calcio non c’è più religione? No, sembrerebbe di no.