Il MILAN a San Siro si fa ancora BRUTTO. Nove finali per non perdere l’illusione CHAMPIONS. Ma PIOLI e IBRA…

A nove giornate dal termine del campionato 2020/2021 e ventisette punti (sono tanti!) ancora in palio, la classifica del Milan inizia a scricchiolare pericolosamente, anche se complici i pareggi di Juventus e Roma le distanze da alcune concorrenti rimangono invariate. Una partita davvero brutta quella dei rossoneri al cospetto di una Sampdoria ordinata e ben guidata dal granitico Ranieri: la formazione di Pioli affronta la partita senza ritmo, con atteggiamento sufficiente e pare stanca e distratta, oltre che rimarcare lacune tecniche evidenti in alcuni dei titolari scelti da Pioli. La sosta delle Nazionali ha restituito alcuni protagonisti in condizioni fisiche a dir poco critiche, vedi Calhanoglu, Ibrahimovic, Kessie, apparsi invece tonici e volitivi con le loro Rappresentative. Il tecnico rossonero opta per una formazione iniziale che ancora una volta parte male, soffre e non tira mai in porta. Solo il caso porta il Milan al pareggio contro una Samp ridotta in dieci per quasi tutto il secondo tempo. Così non va, crediamo che ormai sia lapalissiano… La squadra rossonera in casa non vince più: solo 23 punti dei 60 in classifica i rossoneri li hanno conquistati a San Siro), l’assenza di pubblico certo ha accentuato le difficoltà di risolvere certe partite, ma l’imbarazzo di cambiare marcia, schemi e aggressività diversa rimangono una costante. A ciò si aggiungano le disattenzioni e superficialità di chi in Nazionale non ci è andato, vedi Theo Hernandez (anche se Pioli ha concesso alcune giornate di riposo…) e a nostro parere anche un momento poco tranquillo e sereno a livello psicologico per Gigio Donnarumma, che effettua sì un grande intervento, ma si rende anche protagonista di un’uscita tragicamente a vuoto e che non sembra ben posizionato nel momento in cui Theo decide di aprire orizzontalmente e sciaguratamente il campo con un assist a Quagliarella (lui sì, che non manca mai all’appuntamento…).  Ibrahimovic invece in questo momento non aiuta a sufficienza: ci chiediamo come sia stato possibile concedergli una doppia partecipazione con la nazionale svedese a ridosso di un recentissimo  rientro in campo da un infortunio. Ibra lontano dall’area, a fare da assist man, costretto a cercarsi i palloni per il campo perché i compagni non lo assistono (perché tenere in panchina Rebic e supportare Zlatan con Krunic e Castillejo?) non è parsa ai più la soluzione migliore per attaccare dall’inizio e vincere una partita fondamentale per rimanere sulle quattro poltrone utili per la Champions. Zlatan è parso in questa occasione anche indolente, sufficiente, poco trascinante e per un gruppo giovane potrebbe essere un segnale pericoloso, perché in mancanza di un leader potrebbero perdersi non avendo (molti) la sufficiente maturità e doti tecniche per uscirne da soli. Un Milan settimo in classifica nelle partite disputate in casa palesa difficoltà da risolvere con atteggiamento che altre squadre mostrano ed esaltano quando si tratta di aggredire il match. Pioli su questo dovrà lavorare, la classifica è ancora dalla sua parte, ma il calendario è impietoso e alcune delle concorrenti rimaste per i tre posti disponibili hanno iniziato a viaggiare e spingere da alcune settimane, ormai. Mancano nove partite, il momento di fare delle scelte e di non perdere l’illusione Champions che questa squadra ha meritato, è ora giunto.

foto gazzetta.it

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