Domenico VOLPATI: “Mi piace il MONZA ‘italiano’, l’ho detto a GALLIANI. La COSTRUZIONE dal BASSO è un rischio. PALLADINO? Fossi in lui resterei a MONZA…”.

Lunedì 19 febbraio nel corso di ‘MonzA’, la trasmissione curata da Estenews, Carta Canta e Lea News Production, è intervenuto in collegamento Domenico Volpati, ex giocatore di Monza, Torino fra le altre e di quel Verona, allenato da Osvaldo Bagnoli, che vinse lo scudetto nella stagione 1984- 85. Capace di ricoprire tutti i ruoli del centrocampo e della difesa, Volpati portò a termine i suoi studi universitari laureandosi in medicina per poi esercitare la professione di dentista. Con lui abbiamo rivissuto la vittoria del Monza contro il Milan, parlato delle ambizioni del Monza e di Palladino, della costruzione dal basso e di Osvaldo Bagnoli.

Che impressione le ha fatto il Monza visto trionfare contro il Milan?

“Una vittoria importante dopo un periodo di difficoltà sul piano dei risultati e del gioco, ma ieri è stata la partita perfetta che dà morale allo spogliatoio, vinta meritatamente”.

Il Monza è cambiato molto rispetto allo scorso anno, ma a questo punto quali ambizioni può avere?

“Non bisogna iper responsabilizzare i giocatori, sarebbe un errore. Il Monza sta vivendo un ‘esperienza bellissima, simile a quella del Verona negli anni 82-83 dove nacque un gruppo di amici con i presupposti di fare ottimi campionati, fino a vincere uno scudetto, con un’impresa straordinario. Vedo nel Monza tanti giocatori italiani, di cui parlavo anni fa con Galliani, a cui dicevo che in uno spogliatoio l’impronta deve essere data da giocatori italiani, per garantire continuità con un gruppo storico, con Pessina alla guida”.

Lei è sei stato centrocampista, ma anche valido difensore, come consideri la nuova strategia di costruzione dal basso?

“E’ un modo di giocare che non mi piace, questo che è ormai un dovere di partire dal basso… Sono troppi i rischi di commettere errori per portieri e difensori. Io preferisco il gioco verticale, mi annoiava anche il Barcellona di Guardiola…”.

Ci diceva dell’alchimia creata da Osvaldo Bagnoli nel suo Verona, anche Palladino sta facendo bene da due stagioni. Dove può arrivare, dal momento che altre Società si sono interessate a lui?

” Conosco poco Palladino, ma mi fido della scelta di Galliani, che mi cedette al Torino di cui Gigi Radice era allenatore, A mio parere farebbe bene a restare a Monza, fare esperienza e creare un suo spogliatoio e avere delle occasioni di disputare coppe internazionali che furono una grande esperienza per noi giocatori ma anche per i tifosi che ci seguivano all’estero. Per quanto riguarda Bagnoli, era molto simile a Alfredo Magni, che mi utilizzava in varie zone del campo, a zona , a uomo. Entrambe persone di poche parole, ma che venivano ascoltate… Bagnoli portava con sè uomini di cui si fidava e nello spogliatoio sapevamo già di cosa ci volesse parlare ed eravamo già pronti”.

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