La FOLGORAZIONE di MARCO GIAMPAOLO. Sulla via del tramonto? ….

Milano – A luglio all’arrivo di Marco Giampaolo al Milan scrissi che la via di Damasco era vicina. Era un titolo allegorico ma premonitore. Scherzando sul cognome del mister di Giulianova. Senza scomodare gli Atti degli Apostoli in cui Paolo di Tarso si converte al Cristianesimo noi raccontiamo la conversione dell’allenatore abruzzese. Una conversione o una involuzione? Una conversione è il suo modo di porsi da quando siede sulla panchina rossonera e l’involuzione invece è sotto gli occhi di tutti. Bollare il “mansueto” Marco come l’unico colpevole sarebbe il solito male italiano della ricerca dell’unicum mentre le “colpe”andrebbero equamente divise. Una Società ballerina con dei Dirigenti di classe, di nome ma un po’ improvvisati nel ruolo. L’onor del vero è da riportare all’ombra del Resegone di manzoniana memoria che domina da lontano la città della Madonnina. Il disastro nel deserto del Meazza è da sprofondo rossonero. I fischi piovuti da tutti gli anelli un malessere che ormai si propaga da anni che solo il buon Rino Gattuso con la appartenenza ed il suo Dna rossonero era riuscito a placare. Quanto successo a fine campionato è inutile ricordarlo. Si è resettato e ripartiti. La via di Damasco però appariva più che una folgorazione una bruciatura. Difendere un allenatore a spada tratta fin dalle prime sciagurate giornate non serve a nulla. Il dado è già tratto. Vedere Antonio Conte sponda nerazzurra : ha già conquistato tutti. Il destino che è sempre dietro la curva del tempo che vola fa sì che nella notte sciagurata del diavolo Vincenzo Montella da Pomigliano d’Arco prenda la sua rivincita. Aiutato da Pulgar, Castrovilli e da un Ribéry trentaseienne formato mondiale l’ex aeroplanino gongola nella notte di dolore del popolo rossonero.  L’espulsione di Musacchio, i falli di un frastornato Bennacer e la vita da ghost del bomber polacco Krzysztof Piątek spengono ogni luce su San Siro. Impietosi i cori andate a lavorare : come se fosse easy di questi tempi.  Uno che l’ha scampata da un Portogallo che affanna più del nostro Paese è Rafael Leão che a dieci dalla fine segna il goal della cosiddetta bandiera facendo notare la sua classe cristallina. Sul Meazza calano fischi, gelo e rassegnazione. La testa di Giampaolo per ora è salva. Rimane in sella. La folgorazione è solo semantica.

Foto sito Ac Milan. com

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